Per “peeling” si intende un trattamento della pelle in grado di rimuovere la parte del suo spessore, come una sottile   buccia (dall’inglese to peel=sbucciare).
I più utilizzati sono i peeling chimici che tramite l’applicazione di sostanze acide provocano un danno superficiale controllato tale da provocare nel giro di qualche giorno la perdita di un sottile strato di pelle, simile ad una scottatura solare.

La pelle, in particolare quella del viso, è sempre esposta agli agenti esterni (caldo, freddo, inquinamento, raggi solari), ai detergenti e al trucco che a lungo andare opacizzano la pelle e la invecchiano; senza contare acne, varicella, ustioni solari, ecc.  che lasciano spesso traccia di sè.

I peeling sono in grado di togliere i primi strati di cellule attenuando cicatrici da acne (colpi d'unghia) ed eliminando macchie, rughe superficiali o altri in estetismi dell’invecchiamento, uniformando la colorazione della pelle e donandole al tempo stesso luminosità e compattezza.

Inoltre, il peeling svolge una vera e propria azione ringiovanente della pelle stimolando i fibroblasti a produrre collagene e quindi aumentandone lo spessore e l’elasticità.
I peeling chimici, che oggi abbiamo a disposizione (TCA, acido ascorbico, acido lattico, acido salicilico, acido glicolico, alfaidrissiacidi, fenolo, acido pirurvico, tioglicolico,azelaico, resorcina, ecc. ) oltre a essere molto efficaci sono sicuri dal rischio di effetti collaterali i quali comprometterebbero la vita di relazione

Per i motivi sopra citati i peeling hanno una grande fruibilità e gradimento presso i pazienti.
Naturalmente sta al medico estetico saper miscelare gli agenti chimici nelle giuste proporzioni e nel scegliere il tipo di peeling più adatto all’ inestetismo e alla pigmentazione della pelle.

Un ciclo medio comprende 3-6 trattamenti.